La riflessione di Massimiliano Rosolino: «Noi genitori non possiamo chiudere gli occhi»
07/28/2018La riflessione «Noi genitori non possiamo chiudere gli occhi» Massimiliano Rosolino A dodici anni ho bevuto una birra e fumato una sigaretta, sotto gli occhi di mia mamma: allora ho capito che non era per me. Ma i genitori a volte non hanno il coraggio di indagare e preferiscono non vedere certe sperimentazioni o comportamenti che fanno male a una determinata età. Il corpo di un adolescente non ha la capacità di assimilare l’alcol: è veleno puro, e non si può far finta di niente o dire che così fan tutti. Aspettare i diciotto anni per fare determinate esperienze è bene, ed è un bene farle con qualcuno che ti conosce davvero. Dunque, la prima parola chiave è famiglie, la seconda lo sport, perché educa. Senza imporre limiti. Aiuta, ad esempio, a capire a cosa serve un corretto stile di vita, perché scegliere l’acqua, che serve a idratare, e quanto conta una dieta bilanciata. La moderazione è questione di buon senso, occorre anche imparare a bere, non sommare superalcolici al vino, ma ho conosciuto ragazzi, più che maggiorenni, che sono andati in coma etilico. Pochi giovani ma già troppi. Occorre fare attenzione, in una parola: essere smart. Ecco la terza “chiave”. E lo dico oggi pensando anche ai miei figli: non so se, da padre, farei come mia madre, certo non funzionano i divieti. Forse li porterei in un reparto oncologico per spiegare cosa può accadere.
Il Mattino Napoli del 28/7