39 anni, il tempo passa, ma le emozioni sono le stesse
03/25/2018Era il 1979, fu la mia prima interzona giocammo a Matera con Brindisi, perdendo nel finale con la squadra che poi arrivò seconda in Italia. In quella squadra giocavano Massimo Zollo, oggi ricercatore di fama mondiale, allenatore della nostra serie C, e Massimo Sbaragli, papà dei due gemelli che oggi giocano con Vivi Basket.
L’anno dopo una mitica partita con il Banco Roma a Scafati, persa dopo due supplementari, nel pallone pressostatico di Nocera.
Da allora tante altre finali, questa per me è la numero 14, pensavo di aver chiuso nel 2011, con il meraviglioso gruppo del ’96. Ma questi ragazzi mi hanno regalato una grande gioia.
La pallacanestro è cambiata, i ragazzi anche, la passione e le emozioni sono le stesse. Sicuramente è più difficile, perché in questa società con pochi valori, lo sport è diventato un punto centrale per l’educazione e lo sviluppo mentale, emotivo e fisico dei ragazzi. Ci si deve impegnare costantemente, nulla può essere casuale.
Quest’anno ho ripreso e questo traguardo, pur nelle incredibili difficoltà in cui viviamo, mi da gioia, così come coinvolge tutti gli artefici di questa vittoria. Da Peppe Domenicone a Fabio Schisano, all’Angelo Di Meo, ad Antonio Caliendo, che ci ha ospitato, senza di lui saremmo scomparsi, agli assistenti Abete, Zollo e Ponticiello, al preparatore Andrea Di Bonito, ad Alfredo che da due mesi mi aiuta, come facevo io con lui 20 anni fa, a tutti i ragazzi, a 65 anni ho scoperto di avere 26 figli, ed alle loro famiglie, le società che ci hanno dato in prestito i loro ragazzi, Cuore NAPOLI, Sporting Portici, Arzano, Ischia e Casalnuovo, il Nostro successo è anche Loro!
È un successo di tutto il Progetto, dai piccoli della Fondazione Laureus, alle streghette, agli altri ragazzi del progetto, fino ai grandi appassionati della Prima Divisione.
È stato un campionato difficile con 5 squadre di egual livello, con cui si poteva vincere e perdere, non erano ammessi passi falsi, siamo stati bravi a superare tante difficoltà e, soprattutto, a fare grandi miglioramenti individuali, allenandoci a tutte le ore, ogni qualvolta era possibile. Mi sembrava di essere tornato al 2005 quando gli allenamenti erano comunicati la mattina per la sera. I miei compagni di viaggio di allora mi sono stati vicini, Alessandro Stendardo, Aldo Russo, Alessandro Rossi, Marco Pomicino. Qualche delusione, invidia, poca memoria del passato, ma è la vita.
Noi vorremmo che fosse il primo passo di un nuovo ciclo che porti in alto Vivi Basket e la pallacanestro napoletana.
Il percorso è difficile avremo bisogno del Comune, che riesca a riaprire gli impianti, e dei vecchi e dei nuovi sostenitori che ci aiutino a rendere sostenibile l’attività.
Ed infine lo dedico a Lei, che mi sta vicino nell’ombra, a Tonia Bonacci, sempre pronta ad aiutarmi, e ad Ettore Messina, che mi sostiene da lontano con le sue parole ed il suo esempio!
VIVI BASKET!